giovedì 4 settembre 2014

4 settembre 1965, muore Albert Schweitzer, lo stregone bianco

Voglio diventare medico per poter lavorare senza parlare…; mi pare la più urgente necessità, in Africa ”.  Ho riflettuto a lungo su ogni aspetto della cosa. Ho salute, nervi saldi, energia, spirito pratico, tenacia, accortezza, non ho molti bisogni e… se farò fiasco, pazienza, mi rassegnerò ad aver sbagliato ”.



Il 4 settembre 1965, si spegneva, a Lambarane in Gabon, a oltre 90 anni, Albert Schweitzer, medico, filosofo, musicista e teologo luterano tedesco, Premio Nobel per la Pace nel 1953.

La storia della vita di Albert Schweitzer, che era nato nel 1875, (e quella della moglie Helene Bresslau, che fino alla sua morte avvenuta nel 1957, ha condiviso, difficoltà, problemi e gioie con Albert) è stata singolare. Quando alla soglia dei 40 anni, Albert decise di prendere la seconda laurea in Medicina, qualcuno pensò che le sue facoltà mentali stavano decadendo. Il suo progetto invece era chiaro e lucido, la sua destinazione era, per sempre, l'Africa.

Nel 1913, giunse, da medico a Lamberene (assieme ad Helene), dove fondò l'ospedale (ancora oggi esistente e a lui intitolato, continua ad essere un riferimento sanitario per l'intera regione) e da allora, nonostante due guerre, l'arresto, la deportazione, i problemi, la salute della moglie e la nascita della figlia l'Africa restò nel suo quotidiano, fino alla morte.

Fu un grande pensatore e un pioniere della "cooperazione" sanitaria. Non fece particolari scoperte scientifiche, ma a lui si devono molti studi e protocolli terapeutici ancora in uso ad esempio per la cura della lebbra.


“L’uomo non troverà la Pace interiore finché non imparerà ad estendere la propria compassione a tutti gli esseri viventi”.

Ecco una biografia di Albert Schweitzer

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