martedì 20 maggio 2014

20 maggio 1999: l'omicidio di Massimo D'Antona

"Il giorno 20 maggio 1999, a Roma, le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Combattente hanno colpito Massimo D'Antona, consigliere legislativo del Ministro del Lavoro Bassolino e rappresentante dell'Esecutivo al tavolo permanente del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo". Con questa offensiva le Brigate Rosse per la Costruzione del partito Comunista combattente, riprendono l'iniziativa combattente, intervenendo nei nodi centrali dello scontro per lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata, per la conquista del potere politico e l'instaurazione della dittatura del proletariato, portando l'attacco al progetto politico neo-corporativo del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo", quale aspetto centrale nella contraddizione classe/Stato, perno su cui l'equilibrio politico dominante intende procedere nell'attuazione di un processo di complessiva ristrutturazione e riforma economico-sociale, di riadeguamento delle forme del dominio statuale, base politica interna del rinnovato ruolo dell'Italia nelle politiche centrali dell'imperialismo."

Con queste parole (il documento di rivendicazione è composto da 14 pagine), deliranti e solo a tratti ricordanti quelle delle Brigate Rosse degli anni '70, fu rivendicato l'assassinio di Massimo D'Antona avvenuto intorno alle 8 del mattino a Roma il 20 maggio 1999.

Massimo D'Antona, 53 anni, giurista e docente universitario, era consulente delll'allora Ministro del Lavoro, Antonio Bassolino. Si occupava in particolare di articolo 18 e delle normative sulla reintegrazione sul posto di lavoro. Secondo alcuni troppo dalla parte del datore di lavoro.

L'omicidio di D'Antona, avveniva dopo 11 anni dall'ultimo "assassinio politico", rivendicato dalle Brigate Rosse, quando il 16 aprile 1988 fu ucciso a Forlì, il senatore democristiano Roberto Ruffilli.

Grazie al pentimento di Cinzia Banelli (arrestata nel 2003 e pentitasi nel 2004) a sparare 9 colpi di pistola fu Mario Galasi (a suo volta ucciso il 2 marzo 2003 in un conflitto a fuoco nel treno Roma- Firenze, dove perse la vita anche l'agente Emanuele Petri). A fianco a lui, durante l'omicidio D'Antona (e poi quello di Biagi nel 2002) così come durante la sua morte, la terrorista Nadia Desdemona Lioce.

Quelle delle "nuove" Brigate Rosse, fu un tentativo, drammatico, di riaprire una stagione, quella della lotta armata, che molti ritenevano chiusa - seppure ancora oggi avvolta in mille misteri -  per sempre


Nessun commento:

Posta un commento