lunedì 28 aprile 2014

28 aprile 1945, giustiziato Benito Mussolini

La fine di Benito Mussolini è ancora oggi oggetto di discussioni storiche e politiche. Perfino l'esatta successione dei fatti, riguardanti le ultime ore del dittatore fascista, sono unanimamente ricostruite.
Quel che è certo è, che la decisione di fucilare Mussolini, assunta dal Comitato di Liberazione Nazionale, fu il frutto di valutazioni che devono essere circostanziate e inserite in quel contesto storico.


Se da un lato si voleva evitare un processo sotto la guida degli alleati, che avrebbe inevitabilmente fatto emergere complicità e collaborazioni con il fascismo di molti all'interno dell'apparato dello stato e non solo, da un altro punto di vista vi era la necessità di dichiarare finito, in modo definitivo, un ventennio che aveva portato l'Italia alla rovina e alla guerra.

Mussolini, assieme alla compagna Claretta Petacci, fuggì da Milano il 25 aprile 1945, e fu catturato due giorni dopo a Dongo, sul Lago di Como.  Portato a Giuliano di Mezzegra, fu fucilato, assieme alla Petacci, il 28 aprile 1945.

Il corpo fui poi trasportato a Milano ed esposto, assieme a quelli di altri gerarchi fascisti uccisi, in Piazzale Loreto (il luogo fu scelto perchè lì, il 10 agosto 1944, furono uccisi 15 partigiani). La folla si riversò nella piazza inveendo contro i corpi, fu allora deciso di appenderli, a testa in giù, ad una pensilina di un distributore della Esso.

Finì così la vita di un uomo che con le sue azioni, dopo aver diffuso il terrore nel paese, lo consegnò nelle mani dell'invasore tedesco.

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