martedì 3 dicembre 2013

3 dicembre 1984, la tragedia di Bhopal

Fino a quel maledetto 3 dicembre 1984, pochi conoscevano la città indiana di Bhopal, la città dei sette laghi. Era passata da poco la mezzanotte, quando una nube di isocianato di metile (40 tonnellate ne uscirono dai serbatoi sotterranei), proveniente da una fabbrica dismessa (la produzione di fitofarmaci era stata interrotta nell'estate 1983) dell'Union Carbide (oggi Dow Chemical) si sprigionò sulla città indiana, a quell'ora dormiente. 


Furono 2.259 i morti intossicati in poco tempo, 3.787 quelli ufficialmente morti nei periodi successivi, 15.000 quelli che molti ritengono essere i morti legati alla nube. Mezzo milione complessivamente gli intossicati.

Una tragedia annunciata. Una strage i cui colpevoli sono restati impuniti. Già nell'autunno del 1983, nonostante la presenza di 63 tonnellate di isocianato di metile, gli impianti di sicurezza furono disattivati e poco dopo fu sospesa anche la manutenzione ordinaria.

Una tragedia fatta di incurie, di responsabilità (alcune cause sono ancora in corso), di abbandono e di sprezzo delle vite umane. Una storia che non solo rappresenta una dei più gravi incidenti chimici industriali del mondo, ma che ha messo in guardia l'umanità intera sulla pericolosità di tali impianti (soprattutto in paesi dove è più facile evadere i controlli) e  sulle conseguenze dell'abbandono della produzione senza bonifiche.


Ancora oggi l'impianto di Bhopal continua ad inquinare il sottosuolo.

Vi segnalo il monologo di Marco Paolini su Bhopal, per aiutare a capire

Ecco il sito degli studenti di Bhopal che richiedono giustizia




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