venerdì 22 novembre 2013

22 novembre 1963, l'assassinio di John F. Kennedy

Sono le 12.30 del 22 novembre 1963 a Dallas, nel Texas, quando il Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy (in carica dal 20 gennaio 1961), percorre, tra la folla festosa, la Dealay Plaza. Sulla limousine presidenziale assieme a lui la moglie Jaqueline, il governatore Connally e sua moglie. Kennedy aveva 46 anni. Il filmato dell'omicidio, ripreso da un cineoperatore amatoriale sarà reso pubblico solo 12 anni dopo.


Per l'America e per il mondo intero è un trauma. Viene subito arrestato un ex operaio e militare, tale Lee Harvey Oswald, da molti ritenuto psicolabile, che si proclama innocente. La mattina del 24 novembre, a nemmeno 48 ore dall'assassinio del Presidente, Oswald è ucciso, tra i giornalisti, mentre viene tradotto in carcere, da un'altro squilibrato, tale Jack Ruby, gestore di un night-club che dichiara di averlo fatto per il paese (Ruby morirà in carcere tre anni dopo per un tumore ai polmoni).

Per molto tempo gli americani hanno accettato questa semplice ricostruzione. Poi, qualcosa non quadrava. Più colpi sparati, l'assassinio dell'assassino, gli interessi ad eliminare il Presidente.

Forse non sapremo mai cosa accadde quel 22 novembre, ma soprattutto prima e dopo, certo è che gli Stati Uniti, stando alla ricostruzione ufficiale, furono sconfitti da due folli.

Ecco qualche curiosità sull'omicidio Kennedy

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