venerdì 19 luglio 2013

19 luglio 1992, eliminato Paolo Borsellino

Il 19 luglio 1992 mentre il Procuratore anti-mafia di Palermo, Paolo Borsellino, si avvicinava alla sua macchina,  100 chili di esplosivo, contenuti in una Fiat 126 in Via d'Amelio a Palermo, detonarono. Paolo Borsellino e 5 uomini della sua scorta morirono dilaniati.
Nelle scorta vi erano Emanuela Loi (25 anni, prima donna della Polizia a morire in Servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina.


La mafia (ma chi c'era realmente dietro?), dopo l'assassino di Giovanni Falcone  avvenuto il 23 maggio 1992, aveva dato un'altro fortissimo segnale allo Stato.

Ad oltre 20 anni di distanza ancora sono molti i misteri che ruotano attorno a queste morti. Molti elementi sono ancora molto poco chiari, in particolare le relazioni con la politica e con lo Stato. Quella della mafia non è stata una azione studiata da qualche padrino (come qualcuno vuol far credere), ma una precisa strategia che non poteva essere messa in atto senza una relazione con gli apparati dello Stato.

Ecco l'ultima lettera scritta da Borsellino

Ecco invece un mio ricordo.
Ero arrivato da soli 10 giorni in Gambia. Le comunicazioni allora erano scarse (non c'era Internet, non c'erano i cellulari e dove abitavo non vi era nemmeno il telefono).
Nel tardo pomeriggio del 19 luglio mi recai, dopo aver fatto 120 chilometri di auto, a Soma dove vi era un piccolo ufficio telefonico. Inviai un fax urgente alla mia ONG di Milano, che richiedeva una risposta immediata. Aspettai bevendo una birra e fumando una sigaretta seduto su un caffè che affacciava sulla strada. Dopo un'ora, Fanta, la ragazza dell'ufficio, mi avvisò che era giunto il mio fax. Mezza pagina scritta al computer di risposta al mio quesito e sul fondo una scitta a mano " Dopo Falcone oggi hanno ammazzato Borsellino e la sua scorta. Si respira una brutta aria. Bacio Anna". Così appresi della morte di Paolo Borsellino.

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